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Siviglia: quando la Spagna ti entra nel cuore

Lonely Planet ha inserito Siviglia al primo posto nella lista delle dieci città da visitare nel 2018, io l’avevo inserita nella mia lista desideri almeno cinque anni fa.

Avevo cinque certezze in tasca: caldo torrido, massiccia presenza di folklore e tradizione, tapas e sangria, commistione fra cristianesimo e dominazione araba, e in ultimo, ovviamente, il flamenco. Quello che però non avevo capito è quanto fossero esplosive tutte insieme.

Siviglia si trova a sud della Spagna ed è la capitale dell’Andalusia, quella parte della penisola iberica che nel tempo è stata testimone del passaggio di tante culture e popoli diversissimi fra loro: senza dubbio la lunga dominazione araba ha lasciato un’impronta ben visibile sul territorio, ed è proprio questa commistione di stili e culture che rende la città unica nel suo genere.

Dimenticate i mezzi e portate scarpe comode: Siviglia si gira a piedi.

Il centro storico e in particolare il Barrio de Santa Cruz, cuore pulsante e romantico della città, è un labirinto di stradine acciottolate, casette bianche e patios con piante e azulejos: non di rado vi capiterà di perdervi e di colpo ritrovarvi dove eravate passati 10 minuti prima. Vi consiglio di alloggiare proprio qui per godervi appieno la città, dal momento che tutte le attrazioni principali sono raggiungibili a piedi e in poco tempo.

Il patrimonio storico artistico della città è immenso, ed è stato infatti dichiarato Patrimonio dell’Unesco nel 1987.

La Cattedrale De Santa Maria de la Sede

La Cattedrale di Siviglia è uno dei simboli della cristianità nel mondo, il più grande monumento dopo la Basilica di San Pietro: è stata costruita nel luogo in cui prima si ergeva la Moschea Mayor, abbattuta nel XV secolo. I resti di questa, tuttavia, sono ancora ben visibili proprio nella Giralda, il campanile della chiesa che originariamente fungeva da grande minareto della Moschea, il cui nome deriva dal Giraldillo, la statua posta sulla punta del campanile che gira in base ai venti.

Dalla cima della Giralda (ben 96 metri d’altezza) vedrete tutta Siviglia, e se la giornata è particolarmente torrida e soleggiata da quassù avrete la percezione di quanto si è vicini all’Africa: case bianche, palme, vento caldo… A tratti vi sembrerà di essere in Marocco. L’interno della Cattedrale è un tripudio di sfarzo: oro e stile gotico si fondono perfettamente e dando vita a qualcosa di unico e maestoso.

Archivo General de Indias

Nel periodo delle grandi scoperte, Siviglia divenne la città più ricca, cosmopolita e importante di Spagna: infatti, proprio quì venne stabilita la Casa de Contratación, l’organismo commerciale che deteneva il monopolio delle merci delle colonie americane.

Vi basti pensare che ancora oggi nell’Archivio Generale delle Indie (proprio a fianco alla Cattedrale) sono conservati faldoni e faldoni di carte e mappe dei primi esploratori del Nuovo Mondo: ad esempio, potrete ammirare l’originale della Convenzione di Santa Fe, il documento con cui Colombo ottenne l’autorizzazione a partire per quel viaggio che lo avrebbe portato a scoprire l’America.

Questo palazzo offre una chicca anche per chi non è particolarmente appassionato di storia: il cortile interno, con il suo pavimento a scacchiera e le grandi vetrate che riflettono l’azzurro del cielo sivigliano, creano dei giochi di luce e delle simmetrie pazzesche!

Real Alcázar

Poco distante dalla Cattedrale si trova il Real Alcázar. Vi consiglio spassionatamente di acquistare online i biglietti, altrimenti farete almeno un’ora e mezza di coda alla biglietteria (come è successo a noi!). Tuttavia, una volta entrati vi renderete conto che probabilmente una meraviglia del genere sarebbe valsa anche un’altra ora sotto il sole cocente.

Il Real Alcázar di Siviglia è uno dei palazzi reali più antichi al mondo: costruito nell’VIII secolo sui resti di una fortezza romana, venne poi ampliato sotto la dominazione del califfo Mohammed ben Abad nell’XI sec. Il nome stesso Alcázar deriva alla parola araba al-qaṣr (القصر), che significa palazzo.

Tuttavia, l’attuale splendore si deve all’imponente lavoro di restauro avviato 400 anni dopo da Pietro I di Castiglia, detto il Crudele: il sovrano infatti si servì della collaborazione dei migliori artigiani mori e fece dare al palazzo quello stile arabeggiante ed esotico che tutt’oggi lo rende un posto magico e senza tempo.

Immaginate una reggia imponente composta da centinaia di stanze, immaginate di poter passeggiare insieme ai pavoni in mezzo ad enormi giardini piedi di mirti e aranci, immaginate di poter sentire il suono costante dell’acqua che sgorga dalle innumerevoli fontane che sbucano qua e là.

L’Alcázar è tra i più alti esempi di arte e architettura mudéjar (espressione artistica sviluppata durante il regno cristiano della Spagna) in Spagna, un perfetto connubio tra arte araba e cristiana. Quando all’ingresso vi consegneranno la mappa vi sembrerà di essere dentro un labirinto: potrete decidere di passare un’intera giornata a cercare di vedere tuuuutto oppure concentrarvi su quelli che secondo me sono gli angoli imperdibili.

Patio de las Doncellas.

Fans di Game of Thrones, mi leggete? Benvenuti a Dorne! Il Patio delle Fanciulle, che prende il nome dalla leggenda secondo la quale ogni anno i cristiani offrivano in dono cento vergini ai sultani arabi, è stata infatti la location scelta dalla produzione HBO per girare le scene ambientate nell’esotico regno governato dai Martell! Lascio parlare le immagini perchè le parole rendono poca giustizia a un posto del genere.

Salon dell’Almirante

Una delle prime stanze che troverete all’ingresso: qui venivano pianificate le spedizioni verso il Nuovo Mondo. Qui Ferdinando Magellano decise di tentare la circumnavigazione del globo. Il nome stesso “Almirante” ricorda l’appellativo conferito a Cristoforo Colombo.

Los Baños de Doña María de Padilla

Eh già, all’Alcàzar persino le vasche per raccogliere l’acqua piovana sono opere d’arte. I bagni prendono il nome di Maria de Padilla, moglie di Pietro il Crudele, emblema di purezza e devozione nell’intera Andalusia. Una leggenda narra infatti che Pietro il Crudele, innamoratosi di Maria, uccise il marito e la sposò. Donna Maria per ribellarsi a quest’unione forzata, decise di sfregiarsi con l’olio bollente sperando di essere ripudiata; in seguito, divenne suora e finì i suoi giorni in un convento.

Salon de Embajadores

Probabilmente la stanza più bella dell’intero complesso. Qui davvero vi sentirete catapultati in terre lontanissime, al punto tale che da un momento all’altro potrebbero spuntare Aladdin e Jasmine, al punto tale che vi sentirete per un attimo disorientati di fronte a tanto lusso, tanta arte, tanto connubio di oro e blu. Pelle d’oca e tanta gratitudine per aver potuto ammirare tanta bellezza.

Plaza de España

Dall’Alcazar vi basterà una passeggiata di poche centinaia di metri per arrivare al Parco di Marìa Luisa e ritrovarvi in quella che secondo me è la piazza più bella d’Europa: Plaza de España. Un lungo colonnato semicircolare decorato con mattoni rossi e maioliche azzurre e gialle e un canale pieno di barchette che solcano l’acqua tranquilla da un lato a l’altro della piazza.

Non saprei descrivervela meglio, è senza dubbio uno di quei posti che vanno visti almeno una volta nella vita. Plaza de España venne inaugurata in occasione dell’Esposizione Universale del 1929 e dietro la sua forma semicircolare si nasconde un significato simbolico: essa infatti è rivolta verso il Guadalquivir, indica la rotta da seguire per il Nuovo Mondo e rappresenta l’abbraccio della Spagna verso le colonie.

Se siete fortunati, in alcuni momenti della giornata potrete trovare sotto il lungo colonnato delle meravigliose ballerine di flamenco, capaci di tenere incollati alla loro esibizione decine e decine di turisti. Alla piazza si accede attraversando uno dei quattro ponti che rappresentano i quattro antichi regni spagnoli: Castiglia, Aragona, Navarra e Leon. Il noleggio delle barche a remi costa 5 euro per 45 minuti, mentre per le barche a motore, il costo è di 9 euro.

Plaza El Cabildo

Questa è una vera e propria chicca, una piazzetta che si trova a un passo dalla Cattedrale e alla quale si può accedere da la Avenida de la Constitución. Attraverso quest’accesso seminascosto si arriva a un cortile interamente circondato da arcate e portici bianchi, finemente decorati e meravigliosamente conservati. Qui, ogni domenica, si svolge uno dei più famosi mercatini dell’antiquariato dell’Andalusia: è infatti un punto di ritrovo di numerosi collezionisti di monete e francobolli.

Barrio de Triana

Sull’altra sponda del Rio Guadalquivir si trova il quartiere di Triana, che deve il suo nome alla storica colonia romana dell’imperatore Traiano. Superando il Puente de Isabel II vi ritroverete immersi nell’autentica atmosfera sivigliana: Triana è infatti la culla del flamenco, ed è storicamente il quartiere dei gitanos (stabilitisi qui fin dal XV secolo).

Passeggerete fra i vicoletti e sentirete il profumo degli agrumi misto a quello del Jamon dei banchi del mercato, passando per una miriade di bancarelle di cibo e piccoli locali che servono la zuppa salmorejo, jamon, crocchette e mille altre tapas. In riva al fiume, su Calle Betis si affacciano altri ristorantini con musica flamenco dal vivo, di quelli super romantici per una cena a lume di candela. A proposito, non perdetevi al tramonto: il sole che cala sul Guadalquivir è mozzafiato.

Basilica de la Macarena

Il patrimonio architettonico religioso di Siviglia è talmente ricco e variegato che potremmo star qui a parlarne per ore. Nella Basilica de la Macarena (dal nome del quartiere omonimo) è custodita la statua più venerata della città: stiamo parlando della Vergine della Speranza (Virgen Esperanza) scultura anonima del ‘600 che gli abitanti di Siviglia chiamano affettuosamente “guapa”.

Fino al 1936 la statua era custodita nella chiesa di San Gil, distrutta poi da un incendio divampato durante la Guerra Civile. Negli anni successivi si rese così necessario costruire una nuova chiesa, per questo fra il 1941 e il 1949 venne realizzata la Basilica de la Macarena, a mio parere l’esempio più vivace del barocco sivigliano: una volta entrati, lo sfarzo e l’oro vi lasceranno senza parole.

Metropol Parasol

A rendere unico il centro di Siviglia non ci sono solo gli edifici storici su cui ci siamo soffermati finora. Da vedere, in Plaza de La Encarnacion, c’è anche il Metropol Parasol, la più grande struttura in legno al mondo. Al primo piano sorge l’Antiquarium, zona archeologica coi reperti di Hispalis, l’antica città romana.

Subito dopo c’è l’area di informazioni turistiche e l’accesso agli ascensori che conducono invece al Mirador, la terrazza panoramica che regala una magnifica vista della capitale andalusa. In mezzo, trovano spazio il nuovo mercato comunale, locali e ristoranti.

Tips di viaggio:

come muoversi dall’aeroporto al centro città?

Io vi consiglio l’autobus. Per raggiungere il centro città una volta arrivati all’aeroporto di Siviglia basta uscire e voltare a sinistra. Lungo la strada, a circa 100 metri di distanza, si trova una fermata dell’autobus segnalata con la sigla Bus EA (linea aeroporto).

dove dormire?

Io vi consiglio senza dubbio di alloggiare nel Barrio Santa Cruz. Oltre a vivervi il cuore pulsante di Siviglia, avrete modo di scoprire hotel e affittacamere nei vicoli più impensabili. Ricordate, a Siviglia dietro ogni porta e porticina può nascondersi un cortile gigante pieno di fontane zampillanti e muri rivestiti di azulejos meravigliosi. Noi abbiamo alloggiato alla Pension Doña Trinidad e ve la consiglio assolutamente per l’ottimo rapporto qualità prezzo, la gentilezza del personale e la pulizia eccellente.

dove mangiare?

Ragazzi, qui c’è l’imbarazzo della scelta. La proposta di bar di tapas, café e ristoranti di Siviglia è infinita e, nella buona parte dei casi, di alta qualità, motivo per cui la scelta potrebbe essere più difficile del previsto! Personalmente, non credo dimenticherò mai le tapas e la paella di El Pimenton, un localino a pochi passi dalla Cattedrale e dall’Alcazar.

Se siete giunti fino a qui, in primo luogo: grazie.

E infine, vi lascio con un vecchio detto popolare spagnolo: “quien no ha visto Sevilla, no ha visto maravilla“. State già andando a controllare i voli per partire, vero?

#explorasueñadescubre

Grazia

Un commento

  • Mari

    Il tuo dettagliato racconto su siviglia mi ha fatto rivivere l’entusiasmo e la felicità di quel viaggio fantastico.il tuo narrare è vivace e dona ad ogni posto che visiti un non so che di magico che incuriosirebbe chiunque,anche il più ostinato dei pigri.BRAVA piccola continua a meravigliarci!!!

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